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Uccide la migliore amica con una coltellata, condannata. - Palermo Oggi

Sicilia

Uccide la migliore amica con una coltellata, condannata.

21 Giugno 2022 06:15, di Redazione
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L'assassina ha ricevuto una pena di 18 anni di prigione.

Daniela Agata Nicotra , 36 anni, è stata condannata a 18 anni di prigionìa dal Gup di Catania per l'omicidio di Ylenia Bonavera, la 24 enne deceduta i primi giorni del dicembre del 2020 all'ospedale Garibaldi. A conclusione del processo celebrato con il rito abbreviato nella sentenza il giudice ha riconosciuto all'imputata l'aggravante della " relazione affettiva con la vittima". La Procura aveva chiesto 20 anni di reclusione.

Trascorso il tempo in cui verranno depositate le motivazioni l'avvocato Giovanni Chiara che l'assiste ha già annunciato ricorso. Secondo la tesi accusatoria a causa di una coltellata alle spalle che le ha provocato un'emorragia la vittima sarebbe venuta a mancare. La Procura ritiene che suddetta coltellata sia "stata inferta con forza e determinazione ai danni della vittima durante una violenta lite scaturita per ragioni sentimentali".

L'imputata si era costituita alla polizia ammettendo di averla ferita con un coltello da cucina al culmine di una lite in strada, che era stata ripresa con dei cellulari dai passanti. Nicotra ha sostenuto la tesi della legittima difesa raccontando di come fosse stata ferita da Ylenia ad un occhio, che le sanguinava, dopo che l'aveva rimproverata perchè, a suo dire, era ancora una volta in preda all'uso di sostanze stupefacenti e alcool.

La vittima avrebbe avuto in mano una bottiglia di birra con la quale, ha aggiunto la donna, avrebbe cercato di colpirla un'ennesima volta, per questo avrebbe preso un coltello da cucina, che teneva in macchina, e l'avrebbe usato per difendersi e dopo è andata via.

Cinque anni fa Ylenia, durante un'aggressione subita dall'ex che aveva provato a darle fuoco aveva riportato ustioni nel 13 per cento del corpo perdendo il bambino che aspettava. Nel corso del processo prese le sue difese considerando quello dell'ex come un gesto definibile come una prova d'amore e per questo fu rinviata a giudizio a Messina per favoreggiamento e falsa testimonianza.

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