Covid: archiviazione per Conte e Speranza a Brescia
Per il tribunale dei ministri il fatto non sussiste
Il tribunale dei ministri di Brescia ha deciso di archiviare le posizioni dell'ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dell'ex titolare al ministero della Salute Roberto Speranza posti sotto indagine nell'inchiesta aperta dalla procura di Bergamo sulla gestione della prima fase della pandemia in Val Seriana. La conferma arriverebbe da fonti giudiziarie.
I magistrati del tribunale dei ministri - tutti civilisti, con la presidente Maria Rosa Pipponzi- hanno accolto la richiesta di archiviazione per l'ex premier e l'ex ministro " perchè il fatto non sussiste", allinenadosi in tal modo con la procura bresciana la quale aveva sollevato una serie di ragioni e di fatto che hanno smontato l'ipotesi dell'accusa mossa dai colleghi bergamaschi.
" Non è configurabile- secondo i giudici -" il reato di epidemia colposa in una forma omissiva poichè la norma in questione abbraccia la sola condotta di chi per dolo o per colpa diffonde germi patogeni e quindi la responsabilità per omesso impedimento di un evento che si aveva l'obbligo giuridico di impedire appare non compatibile con la natura giuridica del reato di epidemia".
Nel provvedimento si può leggere inoltre che non v'è alcuna prova che le quasi 60 persone indicate nell'imputazione le quali sarebbero venute a mancare per colpa della mancata estensione della zona rossa sui comuni di Alzano Lombardo e Nembro " rientrino tra le 4.148 morti in eccesso che non ci sarebbero state se fosse stata ' accesa' la zona rossa".
In altre parole non risulterebbe che l'allora Capo del governo, prima del 2 marzo del 2020, fosse stato informato della situazione di Alzano e Nembro, rimanendo all'imputazione lui " avrebbe dovuto decidere, circa l'istituzione della zona rossa" lo stesso giorno. E per il tribunale dei ministri si tratta di un ipotesi priva di logica.
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