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Erice | Politica

Comunità energetica: una risposta al caro bollette, alla povertà energetica e alla crisi climatica

19 Marzo 2022 11:24, di Redazione
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Presentato “Una luce verde per Erice”, uno dei cardini del programma della Catalano

La candidata sindaco al Comune di Erice,  
Silvana Catalano, ha  presentato “Una luce verde per Erice”, uno dei punti cardini del suo programma elettorale.  Lo ha fatto nel corso di un apposito convegno durante il quale è stato sottolineato come si tratti di un modello virtuoso che può portare alla riduzione dei costi in bolletta fino al 25 per cento per le utenze domestiche e condominiali o del 20 per cento della spesa energetica di piccole e medie imprese, scuole, distretti artigiani e altri settori. 

E’quanto
si può realizzare con la Comunità energetica rinnovabile: una coalizione di potenziali  produttori e consumatori al tempo stesso di energia rinnovabile, che sposeranno la causa dell’autoconsumo collettivo. La costituzione di un modello di Comunità energetica è uno dei cardini del programma elettorale della candidata sindaco Silvana Catalano, che è stato illustrato ieri (venerdì 18) all’Hotel Elimo di Erice, nel corso dell’incontro Una luce verde per Erice.  

In Sicilia
c’è già un insieme di persone che condividono energia rinnovabile e pulita, in uno scambio tra pari. Si trova a Ferla, nel Siracusano, dove grazie ad una felice collaborazione con l’Università di Catania e con il progetto Trepesl è nata la prima comunità energetica dell’Isola, che sfrutta l’energia solare. Il sindaco della cittadina, Michelangelo Giansiracusa, ha illustrato il sistema realizzato, una CommOn Ligt, che grazie ad un impianto di 20kW permette di condividere l’energia elettrica autoprodotta da fonti pulite, generando benefici multipli: taglio delle emissioni, risparmi in bolletta, accumulo, vendita alla rete della quota di energia autoprodotta in eccesso. Insomma una rivoluzione dal basso, che realizza l'indipendenza energetica dei territori e punta a una transizione davvero ecologica. Non solo. Il Comune ha realizzato un risparmio di 120 mila euro, una enormità se si considera che Ferla ha 2.500 abitanti e il bilancio comunale è di 2 milioni di euro.

“Un percorso che, tenendo conto delle caratteristiche dei singoli contesti, è replicabile anche ad Erice – ha detto Silvana Catalano –  con formule specifiche, in base alla possibilità di utilizzo dei tetti di scuole, parrocchie, beni confiscati, uffici pubblici, parcheggi, coinvolgendo le scuole e le università come comunità educante alla transizione energetica, giusta e solidale. Anche nel centro storico, collaborando con la Soprintendenza ai Beni culturali, è possibile installare delle tegole fotovoltaiche”.

Nel corso dell’incontro sono stati affrontati anche i temi della povertà energetica e della realizzazione in concreto di un impianto fotovoltaico, affrontati dall’esperto Michele Riccobono e dal consulente Repower Peppe Mazzara. E ancora il tema dell’agroecologia, con il professor Guido Bissanti che ha presentato un vero e proprio “paradigma culturale diverso”, che può portare “l’attuale modello agricolo energivoro a uno nuovo che si riconnette con la natura e lo rende sostenibile”. 

Nel corso dell’incontro è stato presentato dall’imprenditore Salvatore Bascio un sistema innovativo che permette il recupero di acqua potabile dall’umidità dell’aria, già “opzionato” dal Kuwait  e dall’Arabia Saudita. “Una innovazione tecnologica, a costi sostenibili – ha spiegato Bascio – che consente di trasformare 300 litri di acqua in 5 milioni di litri”. Una soluzione che farà parte, attraverso un emendamento all’Ars, del disegno di legge sulla Desertificazione in Sicilia, presentato dall’onorevole Valentina Palmeri. Nel suo intervento su “pace e indipendenza energetica”, la parlamentare ha puntato l’indice contro il bando nazionale per l’agro-voltaico da un miliardo e mezzo di euro che nella sua applicazione è stato cucito su misura per le agro-industrie del nord e che esclude le piccole imprese siciliane.

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