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Bagheria | Cronaca

Truffe alle banche.

01 Febbraio 2022 09:48, di Redazione
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Sono cinque gli arrestati nel P.alermitano

Con l'aiuto di carte d'identità contraffatte, produzione di documenti falsi e la compiacenza di un dipendente comunale e di uno della Regione, sarebbero riusciti ad ottenere numerosi finanziamenti da istituti di credito per circa mezzo milione di euro. Nei confronti di cinque persone , accusate di associazione per delinquere finalizzata alle truffe e sostituzione di persona, fabbricazione di documenti falsi, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio ed accesso ausivo ad un sisitema informatico, i carabinieri della compagnia di Bagheria hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Palermo ( altre sette persone risultano indagate) , la richiesta della Procura  si è basata sulle indagini condotte dalla compagnia di Bagheria tra la fine del 2019 e l'estate del 2020. Il modus operandi delle truffe agli istituti di credito era sempre lo stesso: gli indagati avrebbero rubato l'identità di persone tenute all'oscuro della truffa, per lo più si trattava di facoltosi professionisti in pensione.

Con documenti contraffatti e documentazione falsa , sarebbero state cominciate delle pratiche di finanziamento personale , tra i 12.000 e gli 80.000 euro ad esempio per l'acquisto di macchine che poi sarebbero subito state rivendute a terze persone.

Della banda avrebbe fatto parte un impiegato dell'Ufficio Anagrafe del Comune di Palermo che avrebbe avuto l'incarico di fornire le generalità delle vittime utili a compiere la sostituzione di persona ( dai dati anagrafici al numero del documento di riconoscimento). Anche attraverso l'accesso abusivo ai sistemi informatici si sarebbe dispiegata l'attività per commettere atti illeciti.

Un funzionario del Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale della Regione siciliana , quest'ultimo già oggetto di un' interdizione dai pubblici uffici per via di una condanna per truffa , avrebbe invece fornito il numero di telefono fisso del proprio ufficio , da indicare nella stipula del contratto a garanzia del finanziamento, per far fronte eventualmente ad eventuali chiamate di verifica di istituti di credito, così da poter rassicurare chi stava dall'altra parte del telefono che i finanziamenti delle persone richiedenti fossero dipendenti regionali.

In stato di liberà risultano indagate anche - come detto- altre sette persone le quali avrebbero 'prestato' la propria fotografia per la fabbricazione materiale di documenti contraffatti , poi adoperati nelle varie fasi delle truffe.

Nel corso delle indagini  sono state documnetate 18 truffe, commesse in quasi un anno per un valore complessivo stimato in circa mezzo milione di euro.

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