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Marsala | Cronaca

Si dimette da magistrato Maria Angioni, l'ex Pm del caso Denise

01 Agosto 2022 14:09, di Redazione
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Il CSM ha accettato la richiesta del magistrato

Accettate all’unanimità dalla quarta commissione del CSM  le dimissioni presentate dal giudice Maria Angioni, attuale magistrato di sorveglianza a Sassari, ex pm di Marsala e al momento sotto processo in questa città, per false informazioni al pubblico ministero. Le dimissioni, che dovranno ora essere accettate dal Plenum, avranno efficacia dal 31 agosto.

Il magistrato lo scorso anno ha denunciato in tv e sui social e poi alla Procura di Marsala che l’ha sentita a sommarie informazioni, una serie di depistaggi e di inefficienze nelle indagini svolte sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, la bimba sparita da Mazara del Vallo, il 4 settembre del 2004. I fatti risalirebbero a quando la Angioni era in servizio presso la Procura liljbetana, ma dagli accertamenti dei colleghi marsalesi è emerso che le dichiarazioni fatte dal magistrato sarebbero prive di riscontri.

Nel corso dell'ultima udienza del processo, sei giorni fa, l’ex consulente informatico della Procura di Marsala Gioacchino Genchi, aveva detto di essere stato suggestionato dalla parte civile quando, davanti ai giudici, aveva affermato che le indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone erano state compromesse da una fuga di notizie. Genchi lo ha detto deponendo come teste della difesa al processo all’ex pm di Marsala Maria Angioni, accusata di false dichiarazioni al pubblico ministero.

Angioni ha sostenuto che l’inchiesta sul sequestro della piccola, sparita da Mazara l’1settembre del 2004, sarebbero state lacunose e pregiudicate da depistaggi. Dichiarazioni smentite dagli accertamenti fatti dalla Procura di Marsala che ha incriminato l’ex pm.

Tra l’altro è stato dimostrato che il magistrata, che a distanza di anni ha gettato ombre sull’operato di alcuni poliziotti, non ha mai tolto loro le indagini. In particolare Genchi, che aveva deposto al processo per sequestro di persona alla sorellastra di Denise, poi assolta, ha affermato che la moglie del padre naturale della bambina, Anna Corona, avrebbe saputo da una amica, informata da un poliziotto con cui aveva una relazione, che il suo telefono era intercettato. Dopo avere appreso la circostanza, la donna e l’amica avrebbero interrotto le conversazioni.

Accuse rivelatesi false e smentite nella sentenza che ha assolto la sorellastra di Denise e che sono costate a Genchi una querela per calunnia, poi archiviata. Nell’archiviazione, però, si ribadiva la falsità delle dichiarazioni del teste pur sostenendosi che Genchi non aveva avuto intenzioni calunniose. Nell'udienza di sei giorni fa, l’ex consulente ha ribadito la tesi della fuga di notizie, ma alle domande del pm Roberto Piscitello, che gli chiedeva dati precisi sui tempi delle conversazioni telefoniche tra le due donne, ha risposto con un non ricordo e ha rimandato alla consulenza depositata al primo processo, ammettendo espressamente di essere stato condizionato dalla parte civile, cioè dalla difesa di Piera Maggio, la madre di Denise.

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