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Condannati i vivandieri di Matteo Messina Denaro: 13 anni per Lorena Lanceri - Palermo Oggi

Campobello di Mazara | Cronaca

Condannati i vivandieri di Matteo Messina Denaro: 13 anni per Lorena Lanceri

12 Gennaio 2024 13:21, di Laura Spanò
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Sei anni inflitti al marito Emanuele Bonafede

Il gup di Palermo ha condannato a 13 anni e 4 mesi in abbreviato, per concorso esterno in associazione mafiosa, Lorena Lanceri, la donna che ha per mesi ha accudito durante la latitanza il boss Matteo Messina Denaro. A Lanceri, legata sentimentalmente al capomafia, era stato
contestato inizialmente il favoreggiamento: nel corso delle indagini l’accusa è stata modificata. Gli inquirenti hanno trovato una lettera firmata Diletta, secondo i pm nome in codice di Lanceri, in cui la donna, che sarebbe stata vicina al boss durante tutta la malattia, dichiarava a Messina Denaro il suo amore.

A 6 anni e 8 mesi è stato condannato il marito Emanuele Bonafede, imputato di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena.

I due avrebbero accolto nella loro casa a Campobello di Mazara e accudito l'allora latitante Matteo Messina Denaro, (deceduto lo scorso 25 settembre) mentre era ricercato.

I due dovranno risarcire le parti civili: Comune di Campobello di Mazara, di Castelvetrano e Associazione Antonino Caponnetto.

I due furono arrestati lo scorso marzo con l'accusa di avere ospitato più volte a casa il latitante, a pranzo e a cena. Una telecamera installata presso un negozio aveva ripreso Messina Denaro che entrava e usciva dall'abitazione dei coniugi Bonafede-Lanceri, mentre loro a turno controllavano la strada. Dopo l'arresto del latitante, la coppia si era presentata ai carabinieri dicendo di essere rimasti sorpresi nel vedere Matteo Messina Denaro in Tv: «Noi eravamo convinti che si chiamasse Francesco Salsi, diceva di essere un medico in pensione. E di tanto in tanto veniva a casa nostra a pranzare». Lorena Lanceri però sapeva bene che quello del medico Salsi è l’alias del boss, tanto che in un “pizzino” dove si firma “la tua Diletta” gli scrive “sei un grande! Anche se non fossi M.D.”. “Averti conosciuto è un privilegio, peccato per chi non ha potuto”. La donna avrebbe fatto da messaggera dei biglietti che il boss si scambiava con Laura Bonafede oggi in carcere.

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