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Catturato a Xitta Francesco Adragna evaso venerdì mattina dal Palazzo di Giustizia [VIDEO] - Palermo Oggi

Trapani | Cronaca

Catturato a Xitta Francesco Adragna evaso venerdì mattina dal Palazzo di Giustizia [VIDEO]

14 Maggio 2023 08:25, di Laura Spanò
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L'operazione ha visto coinvolte tutte le forze di polizia del territorio

Catturato a Xitta, frazione di (Trapani) stanotte Francesco Adragna, il detenuto di 35 anni, evaso venerdì mattina da una cella di sicurezza del Palazzo di Giustizia di Trapani, mentre era in attesa di comparire davanti al giudice monocratico. Lo hanno catturato seguendo la moglie. L'arresto è avvenuto attorno alle due nelle campagne di Xitta, dove Adragna vagava, forse in attesa di incontrare la donna.

L'operazione ha visto coinvolti il nucleo investigativo regionale, la Polizia Penitenziaria e Arma dei carabinieri. Adragna si trova giĂ  rinchiuso carcere Pietro Cerulli di Trapani.

Finisce alle 2,45 dopo 40 ore la fuga di Francesco Adragna, nella notte arrestato da cararabinieri e polizia penitenziaria.

Durante la notte le continue ed incessanti ricerche dei Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e del personale del NIC (Nucleo Investigativo Centrale) della Polizia Penitenziaria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Trapani, hanno consentito di porre fine alla fuga del pregiudicato trapanese.

L’imponente schieramento di risorse messe in campo dai reparti operanti ha permesso di setacciare, palmo a palmo, tutti i quartieri e posti dove il fuggitivo avrebbe potuto trovare appoggio in città. Sono state eseguite numerose perquisizioni, nonché posti di blocco e pattugliamenti in centro e in periferia. Nel contempo, gli investigatori monitoravano, con attenzione, i movimenti di numerosi familiari e amici.

La pressione esercitata ha indotto la moglie a muoversi, in prima persona, per aiutare il marito che aveva necessità di supporto logistico. La donna ha, infatti, raggiunto il fuggitivo nell’agro trapanese per portargli beni di prima necessità. Carabinieri e agenti del NIC l’hanno seguita con un dispositivo dinamico discreto, fino a quando la donna non si è incontrata con l’uomo, in aperta campagna e nel buio della notte. Appena il ricercato, dall’erba alta, è salito sull’auto della moglie, è scattato il blitz. Il 35enne ha provato nuovamente a scappare, ma senza successo grazie alla prontezza del personale intervenuto. Dopo le formalità di rito il catturando è stato ristretto nuovamente in carcere.

Il pregiudicato, Francesco Adragna, trapanese, ha a suo carico una lunga lista di reati alle spalle, proviene dal "Bronx", quartiere di Trapani noto per il suo alto tasso di criminalità. Venerdì mattina era arrivato a Trapani, scortato dal carcere di Agrigento dov'era recluso, perchè doveva comparire come imputato davanti al giudice monocratico del Tribunale, imputato di violazione degli obblighi della sorveglianza speciale, era sottoposto alla misura cautelare per reati contro il patrimonio e furti. Si trovava al primo piano del Tribunale, in - una camera di sicurezza - attigua all'aula dove doveva essere celebrato il suo processo, non aveva manette a causa di un braccio ingessato. Mentre lui si dava alla fuga il giudice che avrebbe dovuto giudicarlo chiamava il processo dando atto del necessario rinvio "per sopraggiunta evasione dell'imputato".

Dopo due giorni di ricerche stanotte la cattura...

Reazioni.

UILPA

“E’ finita alle 2.50 di stanotte la fuga di Francesco Adragna che venerdì mattina era evaso dal tribunale di Trapani dov’era stato condotto dal carcere di Agrigento per un’udienza. Il fuggitivo è stato rintracciato dalla Polizia penitenziaria e dai Carabinieri nelle campagne di Trapani, mentre s’incontrava con la compagna. Eravamo certi che sarebbe stato ripreso, ma mai come in questo caso non è tutto bene ciò che finisce bene”.  Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.  “Facciamo i complimenti alle donne e agli uomini della Polizia penitenziaria, a cominciare da quelli del Nucleo Investigativo Centrale e dalla sua articolazione siciliana, ma anche a tutti gli altri impegnati nelle ricerche e in generale alle forze dell’ordine che hanno assicurato la cattura dell’evaso. Ma i problemi restano. E non si faccia alcuna caccia alle streghe. Ci sono enormi disfunzionalità di sistema, con carenze di ogni genere e disposizioni inattuabili che se si provasse ad applicare paralizzerebbero ogni attività”, aggiunge il sindacalista. “Va ridotto il vuoto organico, che solo per la Polizia penitenziaria ammonta a 18mila unità, necessitano equipaggiamenti aggiornati ai tempi e adeguati agli attuali livelli criminali, servono moderni protocolli operativi e non si può continuare a rinunciare alla formazione e all’aggiornamento professionale. Lo sappiano il Governo Meloni, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo. Il resto è palliativo, ma se si dimenticasse per un attimo il linguaggio politically correct, si potrebbe ben dire aria fritta!”, conclude De Fazio.

SAPPE

“E’ un’ottima notizia e i nostri complimenti vanno all’articolazione siciliana del nucleo
investigativo centrale del corpo di polizia penitenziaria che, in collaborazione con le altre forze
di polizia, si erano immediatamente posti sulle tracce del fuggiasco”, commenta Donato
Capece, Segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria.

“Ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui
quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria”.
Donato Capece denuncia “una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si
confrontano quotidianamente le unitĂ  di polizia penitenziaria in servizio nei nuclei traduzioni
e piantonamenti dei penitenziari. Agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi”.

E denuncia, infine, il quotidiano e sistematico ricorso alle visite mediche in ospedali e centri
medici fuori dal carcere, con contestuale massiccio impiego di personale di scorta appartenente alla polizia penitenziaria, per la diffusa presenza di patologie tra i detenuti o per le udienze nelle varie aule di giustizia. “Questo dovrebbe fare capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria e dei nuclei traduzioni e piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.

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