Quando si scappa dalla guerra in un posto che non è il tuo ti senti perduto, senza più speranze. Giovanni Bruno, portuale di Pozzallo, giunto ieri all'aeroporto Falcone-Borsellino del capoluogo siciliano quella speranza, dopo tanta sofferenza, sembra averla ritrovata anche se forse ancora stenta a crederci. " Finalmente siamo a casa, sto iniziando a capirlo solo ora. Siamo salvi. In questo momento è difficile trovare una via di fuga, la situazione a Kherson è peggiorata".
Dopo un viaggio lunghissimo in macchina con la moglie, la figlia, il genero e la nipotina prima ha accompagnato tutti ad Odessa. Hanno superato 15 posti di blocco, 3 russi e 12 ucraini arrivando alla fine alla dogana. Un percorso difficile da Kherson alla costa per raggiugere la zona di Mycolaiv fino ad Odessa dove è stato aiutato dal giornalista di Radio Rai Simone Zazzera che li ha accompagnati a Palanca, poi in Moldavia e infine con un autobus fino ad Husi, in Romania.
Ieri sera l'imbarco per Palermo sul volo da Bucarest per poter tornare in Italia. Bruno era intrappolato dalla fine di febbraio in città, chiuso in un appartamento al settimo piano mentre la città era presidiata dai russi che sparavano a vista. Impossibile uscire di casa se non per pochi minuti in cui ne approfittava per comprare della frutta e della verdura e uova fresche dai contadini della zona.
Dopo quasi quattro settimane ha trovato il coraggio: si è messo in macchina e ha deciso di scappare. " Ad ogni posto di blocco sembrava fosse finita- ha raccontato- ci hanno chiesto i documenti, effettuavano controlli sulle persone in macchina e il bagagliaio. Ogni stop la paura, il terrore di essere uccisi. Ma è andato tutto bene fortunatamente".