Cronaca

Scrigno, gli avvocati: faremo appello

I legali degli imputati annunciano di fare ricorso contro la sentenza del tribunale di Trapani

L' ex deputato regionale Paolo Ruggirello è stato condannato a 12 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. I Pm della Dda, invece, avevano invocato 20 anni di carcere contestando all'imputato l'associazione mafiosa. Il tribunale di Trapani, però, ha riqualificato il reato. "Attendiamo le motivazioni- ha dichiarato l'avvocato Vito Galluffo- e presenteremo appello". “Non condividiamo – ha proseguito - la sentenza, sono state omesse alcune prove e valutazioni che escludono anche il concorso esterno nell'associazione mafiosa di Paolo Ruggirello”.

Riqualificati anche i reati - da corruzione mafiosa elettorale a corruzione elettorale- per altri due imputati del processo Scrigno: l' ex consigliere comunale di Trapani ed ex consigliere provinciale Vito Mannina e Alessandro Manuguerra già consigliere comunale di Erice. "La sentenza - ha dichiarato Simona Mannina, figlia di Vito- ha dimostrato L'estraneità della mia famiglia alla mafia”.“Ovviamente - ha detto l' avvocato Fabio Sammartano, legale di Alessandro Manuguerra – proporremo appello avverso la sentenza di oggi, nei termini di legge entro i quali maturità la prescrizione del reato”.

Già nel corso del dibattimento il tenente dei carabinieri Vito Cito dichiarò che i “Virga non votarono per Alessandro Manuguerra”. “Vito Gucciardi non è esponente di Cosa nostra e la sentenza è ingiusta”. Così si espresso l’avvocato Nino Sugamele che ha sottolineato che “le prove testimoniali raccolte in udienza del maggiore dei carabinieri Berlingeri, del tenente Cito e del maresciallo Tranchida escludono categoricamente la partecipazione del Gucciardi alla mafia. Difficile, quindi, - conclude il legale - comprendere la condanna a 12 anni di reclusione. Formalizzeremo l’ appello non appena verrà depositata la motivazione”.Infine, va sottolineato che il comune di Erice – costituitosi parte civile - aveva chiesto un mega risarcimento pari a un milione e mezzo di euro per danno d’immagine. Il tribunale, invece, ha liquidato il risarcimento in 3.000 in via equitativa.

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