Cronaca

Resta in carcere Laura Bonafede, respinta istanza di scarcerazione

Intato il Riesame spiega perchè ha detto no alla scarcerazione di Rosalia Messina Denaro

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Il tribunale del Riesame ha rigettato l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Laura Bonafede, la maestra di Campobello di Mazara, figlia del boss del paese, sentimentalmente legata a Matteo Messina Denaro e arrestata il 13 aprile con l'accusa di aver coperto la latitanza dell'ex padrino. Bonafede rispondeva dei reati di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. L'indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova.

La procura aveva chiesto l'arresto anche della figlia della Bonafede, ma il gip ha respinto l'istanza.

Intanto il Tribunale del Riesame spiega perchè ha detto no alla scarcerazione di Rosalia Messina Denaro. «Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno fatto emergere l’effettivo contributo prestato in modo convinto e consapevole dall’indagata all’interno dell’associazione, veicolando informazioni, eseguendo le direttive del capo e gestendo la cassa comune, il tutto come preziosa e fedele esecutrice delle direttive del capomafia latitante ed agendo anche nella piena conoscenza di argomenti, questioni, nomi in codice e segnali», scrive il tribunale a proposito di Rosalia. I giudici parlano di «una stretta, protratta e variegata compenetrazione della donna con Cosa Nostra» e di un suo "contributo radicato e stabile offerto all’interno dell’associazione in più ambiti come il coordinamento del sistema di trasmissione delle comunicazioni in modo continuativo e fiduciario». Rosalia Messina Denaro, dunque, sarebbe stata "abituale veicolatrice di messaggi in modo da consentire al fratello di continuare ad esercitare le sue funzioni direttive, occupandosi di incarichi coinvolgenti terzi individui, gestendo la cassa comune dell’associazione e predisponendo l’appositorendiconto, programmando modi accorti di gestire le situazioni di criticità, e dunque dando pienamente conto dell’assunzione da parte sua di compiti variegati, specifici e stabili, sintomaticidi una disponibilità assoluta su cui l’associazione poteva costantemente fare affidamento e idonei a rivelare il consapevole contributo causale e volontario alla realizzazione dei fini del sodalizio criminale». Una personalità negativa che deve restare in cella, insomma, secondo il collegio.

Nei prossimi giorni sarà depositata anche la motivazione del rigetto della richiesta di scarcerazione della Bonafede, che, a differenza di Rosalia Messina Denaro, risponde di favoreggiamento. Per decenni avrebbe protetto e nascosto il boss.

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