Salute

Come far prendere la medicina al proprio figlio?

Qualche consiglio per i genitori.

Redazione

Tutti noi ricordiamo che quando eravamo piccoli con qualche leggera malattia arrivava sempre l'ora della medicina che i pazienti genitori inventandosi i modi più buffi tentavano di farci ingoiare o bere a seconda se si trattasse di una pillola o di uno sciroppo; in questi due anni di pandemia è necessario che gli operatori sanitari si adoperino per mostrare ai bambini che le medicine sono delle alleate, quasi delle amiche a cui affidarsi quando forza,energia e sonno vengono meno.

Il primo passo che il genitore deve compiere è scegliere un momento di calma per la somministrazione del farmaco, possibilmente dopo aver coccolato il proprio figlio. Chi dà il farmaco dovrà essere una persona di cui il bimbo si fida ciecamente mostrandosi tranquilla. Se c'è l'opportunità meglio raccontare un'episodio divertente e non torture subite quando si era piccoli e malati.

Non bisogna colpevolizzarli e fargli capire che la malattia è una condizione frequente ma destinata a passare. Per convincerli a vincere la paura dell'ago potrebbe tornare utile spiegare che con una punturina semplice si guarisce prima rispetto alla pillola che può impiegare ventiquattro ore per sconfiggere i batteri.

Mostrarsi comprensivi delle loro paure e non farli sentire ridicoli è importante perchè serve a spostare l'attenzione dalla malattia alla guarigione. Fino a cinque anni è consigliabile puntare sul gioco, sulla narrazione di fiabbe, dell'eterna lotta tra il bene e il male. I principi attivi , contenuti nelle medicine, sono come i principi delle favole, amici dell'uomo e nemici del virus o batteri. I due litigano e alla fine i buoni vincono. Cartoni animati, eroi ed eroine possono rappresentare validi aiutanti.

Dai 6 agli otto anni la paura della malattia è superata dalla conoscenza. Con loro bisogna parlare come se si parlasse di una partita di pallone: per vincere contro una squadra forte occorrono impegno, fatica e coraggio senza accomodarsi paurosi in panchina. Dai 9 anni in poi si può anche trasmettere qualche informazione in più, anche con un certo grado di complessità; ad esempio "sapevi che l'antibiotico è una medicina con della leggera muffa e che è grazie a quella che la medicina riesce ad essere efficace?".

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