Attualità

Carlo Verdone, un romano al centro della commedia all'italiana

un grande maestro della commedia all'italiana

Francesco Graziano

Carlo Verdone rappresenta uno dei maggiori esponenti della commedia all’italiana degli ultimi anni, un genere scioccamente sottovalutato dalla critica nostrana che l’aveva relegato a cinema di serie b. Monicelli ci ha messo degli anni per farsi riscoprire, quando era in piena attività l’opera del regista de “ La grande guerra” non era considerata cinema d’autore.

Ecco questa ‘riscoperta’- più che altro da parte di chi di cinema ne scrive sui quotidiani- solo negli ultimi anni è arrivata per Carlo Verdone, un artista che ha raccontato l’Italia con intelligenza e ironia senza mai scadere nella volgarità. Figlio del grande intellettuale Mario Verdone, Carlo nasce a Roma il 17 novembre del 1950 in un ambiente culturale denso di stimoli. Si laurea in lettere e studia al centro sperimentale di cinematografia di Roma dove si diploma in regia.

Quando mostrò i suoi cortometraggi sperimentali che realizzava da ragazzo già innamorato della settima arte al grande Roberto Rossellini, racconta Carlo, il regista di Roma città aperta lo guardò e gli disse: “ In te vedo un erede di Michelangelo Antonioni”. Inutile dire che il nostro Carlo avrebbe realizzato in seguito un cinema differente da quello del Maestro a cui si associano capolavori come Blow Up e Il grido, meno sperimentale e certamente più popolare ma mai banale o meno intellettuale.

Tutti citano il suo classico che è Compagni di scuola ma i suoi ‘ultimi’ film non sono certamente da meno. Pensiamo a Il mio miglior nemico con Silvio Muccino del 2006, in una sorta di remake di In viaggio con papà di Alberto Sordi, Verdone si dimostra capace di realizzare un film capace di parlare allo stesso tempo con feroce ironia dell’ipocrisia che si può trovare in una famiglia benestante e con profondo amore di una paternità finalmente ritrovata da parte di un padre distratto e assente.

Oppure guardiamo al più recente Si vive una volta sola dove Verdone dimostra ancora una volta di essere diventato, nella seconda parte della sua carriera, un artista di cinema a tutto tondo capace non solo di scrivere, dirigere e recitare ma di valorizzare le capacità recitative dei suoi attori.

Rocco Papaleo e Anna Foglietta danno vita, aiutati dalla sapienza registica e recitativa di Verdone che interpreta il professor Umberto Gastaldi, ad un’opera anche questa densa di poesia capace di far ridere e sorridere ma anche riflettere parlando di temi seri come la morte.

Come detto Verdone è profondamente cambiato, tanto è vero che potremmo pensare a due fasi ben distinte della sua carriera. Una più comica dove Verdone con le sue espressioni facciali esagerate capaci di far ridere lo spettatore si mette al centro del discorso e una seconda più autoriale, ma sempre orgogliosamente popolare, dove Verdone si mette di lato per far ‘parlare’ la poesia che anche gli spettatori possono cogliere, tanto è vero che ancora oggi continuano a premiarlo, nei primi piani di Rocco Papaleo e Silvio Muccino.

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