Il protagonista delle due sparatorie di ieri nel paese di Palma di Montechiaro Angelo Incardona avrebbe sparato in tutto 15 colpi d'arma da fuoco: tre o quattro sono stati esplosi a casa dei propri genitori ( in un primo momento era circolata la voce che avesse voluto ammazzare i coniugi Saito) Giuseppe Incardona e Maria Ingiamo entrambi poco più che sessantenni ferendoli però di striscio.
Tutti gli altri, con un accanimeno brutale, li ha esplosi contro la vittima Lillo Saito socio della " Gelati Gattopardo" , in quel momento seduto dentro la sua macchina, la Chevrolet Captiva ferma in Piazza Provenzani.
Dopo l'omicidio la moglie dell'assassino lo avrebbe convinto ad andare dai carabinieri a costituirsi. La salma di Saito ieri sera è stata portata alla camera mortuaria dell'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento . L'autopsia è stata disposta dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto Maria Barbara Cifalino che si stanno occupando dell'inchiesta.
Durante l'interrogatorio Incardona ha parlato di una faida interna all'organizzazione paramafiosa nota come " Paracchi". Le dichiarazioni rilasciate dall'uomo non hanno convinto del tutto oltre allo stesso Patronaggio anche gli stessi inquirenti e investigatori che le hanno trovate confuse e contraddittorie. Questa rimane una storia ancora tutta da chiarire, da quando è successo il fatto circolano voci confuse che si contraddicono a vicenda e la versione raccontata da Incardona rimane ancora tutta da verificare e da decifrare. Se la matrice mafiosa dell'agguato dovesse essere confermata l'inchiesta che per il momento rimane alla Procura d'Agrigento potrebbe essere trasmessa alla Dda di Palermo.
Quello che è certo è che sull'accaduto spunteranno nel corso delle indagini nuovi fatti, nuove versioni che potrebbero chiarire il " pasticciaccio" che si è venuto a creare o renderlo ancora più complicato di quanto già non sia.