A Cefalù il Mediterranean Pain Forum MPF, convegno sul dolore cronico
Dal 19 al 20 maggio
Descrivere appieno il dolore è arduo per la soggettività che lo caratterizza. Ci ha provato la Iasp, International Association for the Study of Pain, definendolo come un’esperienza sensoriale ed emotivamente spiacevole associata ad un effettivo o potenziale danno. Il dolore cronico incide nella salute generale della popolazione, interessando ben il 35% del totale. E sul concetto di dolore, sulla sua evoluzione da realtà riservata prevalentemente ai malati terminali, alla sua considerazione di “malattia nella malattia”, si esprimerà il Mediterranean Pain Forum MPF, che si svolgerà dal 19 al 20 maggio al centro congressi Costa Verde di Cefalù a Palermo. A discuterne saranno professionisti da tutto il mondo, con la direzione scientifica di Giuliano Lo Bianco e Simon Thomson.
La caratteristica essenziale del dolore cronico è il suo perdurare nel tempo dopo la risoluzione della causa, cioè il venir meno del rapporto di causa/effetto che caratterizza il dolore acuto e persistente. Diffondere la cultura della medicina del dolore è lo scopo del Mediterranean Pain Forum che si rivolge a medici specialisti, come anestesisti, ortopedici, neurochirurghi, fisiatri, medici di medicina generale e infermieri. Lo fa attraverso lo studio di procedure avanzate di intervento sul dolore e dolore cronico e sulla neuromodulazione, sui principali trattamenti interventistici mininvasivi e le possibili complicanze, con un panel di specialisti internazionali Miles Day, Agnes Stogicza, Rafael Blanco, Georgios Matis, Sadiq Bhayani, Sean Li, Armando Barbosa.
«Così come il trattamento della patologia primitiva richiede l’intervento dello specialista – spiega Giuliano Lo Bianco, responsabile scientifico del Mediterranean Pain Forum -, anche il dolore necessita dell’intervento dello specialista in terapia del dolore. Bisogna saperlo correlare ad una corretta diagnosi, somministrare farmaci analgesici appropriati, compresi gli oppiacei, eseguire trattamenti interventistici mininvasivi e gestire il paziente anche dal punto di vista psicologico, coadiuvando la terapia e favorendo l’integrazione sociale. La scienza medica fortunatamente viene incontro in questo campo, proponendo farmaci e tecniche sempre nuovi, come la neuromodulazione nervosa elettrica (radiofrequenza) o la neurostimolazione midollare».
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